Non chiamatela semplicemente granita, chiamatela nettare degli Dei siculi, ambrosia dei signori che abitano sull’Olimpo della Trinacria. Fredda, gelata, sollievo e ristoro del corpo e anche un pò dell’anima nelle afose giornate d’estate. Cosa c’è di più gradevole e rinfrescante di un’ottima granita? In Sicilia si mangia a tutte le ore.. ci fai colazione con la granita, ma ci concludi anche la giornata. Ottima come fine pasto e, se ti va, può essere essa stessa pasto impareggiabile: accompagnata dalla famosa brioche rigorosamente ‘a tuppu’ o più semplicemente col pane fresco e fragrante… mette a tacere i palati più esigenti e gli stomaci più virtuosi! Al limone, la più tradizionale, al caffè, ai gelsi neri, alle mandorle di Sicilia, al pistacchio di Bronte, semplice o “incappucciata” cioè avvolta tra due generosi ciuffi di panna, mette d’accordo tutti, grandi e piccoli… ed è subito festa!! Il suo nome deriva da “GRANIRE” per l’aspetto granuloso del ghiaccio. D’importazione araba, con ogni probabilità derivata dallo SHERBET, bevanda ghiacciata aromatizzata con succhi di frutta e acqua di rosa, divenne di seguito “RATTATA” (ghiaccio ricoperto di sciroppi). E’ solo nel primo Novecento, con la nascita del pozzetto, l’antenato della nostra gelatiera, che la “rattata” venne soppiantata dalla granita vera e propria la cui consistenza a fiocchi, cremosa e priva di di aria, rappresenta oggi un must della mostra meravigliosa Isola e inserita dalla regione Sicilia nell’elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani. Se sarete ospiti in Sicilia non potete non stupire i vostri sensi con una buona granita.. e non meravigliatevi se all’ultimo cucchiaio direte “M’ARRICRIAI A VITA!!!”
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